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N.B.: i miei racconti possono contenere parole in dialetto o in forma dialettale barese: NIENTE PAURA... alla pagina 777 ci sono i sottotitoli... (*◕‿◕*)
La storie che leggerete sono liberamente e parzialmente ispirate a fatti realmente accaduti.
I riferimenti a personaggi, i singoli eventi narrati, i nomi, i dialoghi e i luoghi possono essere frutto della mia fantasia e di esigenze e finalità artistico/narrative.

sabato 25 febbraio 2012

LA PROCESSIONE

(6° e ultimo episodio della fiction UN AMORE GRANDE COSI')


Giunti nei pressi di 'Nderre a la Lanze, Alfonso, seguendo le direttive, inchiodò la 128 spider carta da zucchero metallizzato, nei pressi del mercatino ittico.

Appena Nannina scese dalla macchina, il mercato si fermò di colpo... tutti gli operatori, i loro clienti e tutti gli stangachiazz[1] presenti nel luogo, si azzittirono all'istante... si sentiva solo un brusìo e una serie di fischi di approvazione.

Nannina comprese subito:
<<mmm qui l'aria è amara... meglio che vado a trovare all’amico mio Gigino Gagang[2].>>
Gigino Gagang, vedendola arrivare, cacciò via tutte le altre clienti e stese velocemente il tappeto rosso di benvenuto.

Vituccio, ripresosi dallo choc della festa a sorpresa, aveva ripreso la sua vita normale. Era intento a vendere le olive in calce sulla piazza del castello, accanto all'Arco Basso.

All'improvviso vide spuntare all'orizzonte la macchina della sua bella, con la canzone di Drupi, PICCOLA E FRAGILE, sparata a tutto volume, capì...

Diede un calcio alla vecchietta schignata[3] che stava comprando le olive e si diresse immediatamente nel sottano di Cecilia, la Regina delle orecchiette, che abitava lì vicino...
Cecilia immediatamente impartì alle sue scagnozze l'ordine di preparare il comitato di benvenuto per Nannina.

Nannina scese dalla macchina, mentre Alfonso cominciò a bestemmiare in tutte le lingue del mondo poiché non riusciva a trovare parcheggio. Dopo diverse ore, dovette parcheggiarla, con le ruote sul marciapiede, accanto al ristorante Il Pescatore[4], sulla zona di fronte al castello, chiamata da tutti LA BANCHINA.

Questa volta era Vituccio a essere tremolante...
Nannina, con le buste del crudo in mano, non si accorse di un colombo scacazzatore che le passò in quel momento sopra la testa e fu colpita in pieno capo, macchiandole anche il vestito di pelle:
<<E che cosa! che razza di accoglienza... mò che deve dire Porzia... i capelli stanno tutti sporchi.>>

Vituccio, sinceramente dispiaciuto si voltò verso Cecilia, la quale, imperturbabile nel suo abito nero con tuppo[5] bianco, ordinò alla sua fedele Marietta:
<<Ehi a te, prendi il mantello e il fazzoletto nero che mettiamo alla Madonna... FUSCE.>>

E così Nannina riuscì a rimediare. E mentre correva dal suo amato, non si accorse di una chianca[6] sconnessa e inciampò, procurandosi una storta alla caviglia... non era più in condizioni di camminare.

Vituccio era nel panico più totale, ma fortunatamente aveva Cecilia dalla sua parte: immediatamente la Regina delle Orecchiette fece un fischio e suo nipote Gaetano detto Nino, intervenne con altri tre baldi giovani.

Nino aveva acquistato dal Mercato dei polacchi[7] la lettiga papale utilizzata da Pio XII e che Papa Giovanni Paolo II, aveva regalato ai suoi fedeli concittadini, per fare spazio nel garage del Vaticano...

Nannina fu fatta salire sulla lettiga e portata in spalla dai quattro. <<VAI NINO>> fu l'ordine che Cecilia impartì.
Vituccio si mise davanti ai quattro, con l'intenzione di fare da Cicerone a Nannina e farle visitare la città vecchia.

Il corteo incrociò il Vescovo, il quale vedendo la scena, tirò fuori l'ultima edizione della Bibbia, alla ricerca di quale Santo fosse, nell'incertezza, cominciò a recitare il Rosario, mettendosi accanto a Vituccio.
Tutte le bizzoche[8] si misero in processione ai lati della poltrona.

Nannina sembrava veramente una Madonna, anche perché una signora le aveva regalato una frontiera luminosa di quelle che si usano ai concerti, per mantenere fermi i capelli...

Il Sindaco, che stava finendo di pagare la banda Musicale di Sannicandro, appena si accorse di questa processione intimò: <<FERMI TUTTI... dovete suonare dietro a questa Madonna... che sennò non vi pago.>>

La banda immediatamente preso posto dietro la folla, intonò la marcia di Radetzky.
La gente, che si domandava quale Madonna fosse, espose ai balconi le coperte e le lenzuola, in segno di rispetto alla processione... tutti quanti si facevano il segno della croce.

Appena la Processione passò davanti al sottano di Vituccio, Nannina intuì dall'odore del ragù, che quella signora sull'uscio era Pasquina, la vicina di casa e le consegnò le buste della spesa:
<<NE'[9]... questi mettili nel sugo... che mò veniamo... finiamo il giro, ti facciamo uno squillo e tu butti la pasta.>>

Dopo ben sette ore il corteo finì il suo percorso, nella piazza della Basilica di San Nicola e tutti presero la via del ritorno.
A casa di Vituccio il ragù la fece da padrone insieme alle immancabili casse della birra.

La tavolata raggiunse il ragguardevole numero di 158 persone... a capo tavola il Vescovo, dall'altra parte il Sindaco (ovviamente)... al centro, loro... i due “colombi” (non scacazzatori) che brindavano con i boccali della birra Peroni che Vituccio aveva frecato[10] alla Fiera del Levante e con i cori di hurrà degli invitati. Il pranzo durò diciotto ore e alla fine tutti gli invitati ebbero la bomboniera con la foto ricordo scattata da Luca Turi[11].

La Gazzetta del Mezzogiorno e tutti i telegiornali locali e nazionali fecero un'edizione straordinaria per raccontare tutti i particolari di questa stupenda giornata.


[1] Nullafacenti
[2] Commerciante di una prestigiosa pescheria in via Napoli
[3] Senza denti
[4] Arcinoto ristorante tipico della cucina barese dove è possibile mangiare dell’ottimo e sempre fresco pesce.
[5] Acconciatura tipica delle donne meridionali di un tempo: in francese= chignon
[6] Selciato tipico dei centri storici
[7] Mercatino multietnico dell’antiquariato che oggi si tiene nei pressi dello stadio San Nicola.
[8] Vecchiette devote
[9] Tieni (afferra)
[10] Rubato
[11] Celeberrimo fotoreporter barese

mercoledì 22 febbraio 2012

LA TARGA COMMEMORATIVA

(5° episodio della fiction UN AMORE GRANDE COSI')

Quando Vituccio tornò nei pressi della città vecchia, ebbe la sensazione di trovarsi in un posto nuovo, profumato, pieno di vita... era arrivato al Molo S. Antonio, nel momento dello scarico del pesce.


Suo zio NICOLA, appena si accorse di lui lo salutò affettuosamente:

<<Meh, vedi che lasci tutto e vieni a scaricare le cassette dei merluzzi e delle triglie... MUVT![1]>>

E lui replicò:
<<Lo zio... non vedi che sto vestito bene?[2] Non posso darti una mano!>>

Suo cugino FILIPPO, da sempre invidioso di lui e con un complesso d’inferiorità nei suoi confronti, estrasse dalla sua macchina, la A112 Abarth rossa con cofano nero, un paio di bermuda verde militare, una canottiera del Dottor Gibaud e un paio di ciabatte di tavola e gentilmente gliele porse, sghignazzando:

<<Auannd[3], mettiti queste che sennò ti sporchi.>>
Vituccio, imprecando sottovoce, si cambiò e iniziò pazientemente la sua opera.

Il Sindaco di Bari aspettava impaziente nel suo studio, di sapere se Vituccio fosse tornato, perché gli aveva organizzato una festa a sorpresa, nella città vecchia...
Anche il Priore della Basilica di San Nicola camminava nervosamente per tutta la navata centrale della chiesa.

A un certo punto, la vibrazione del cellulare fece scuotere il prelato...
Era il Sindaco che lo informava dell'avvenuto "sbarco" del nostro eroe.
Immediatamente il sacerdote informò il Vescovo che ordinò a tutti i parroci della città vecchia di tenersi pronti per suonare le campane a festa.

Il Sindaco ricevette anche una delegazione del Comitato Feste Patronali e s’informò personalmente che la Banda Musicale di Sannicandro avesse trovato alloggio all'Hotel Palace.
Anche la ditta FANIUOLO[4] aveva terminato in tempo l'installazione delle luminarie in piazza Mercantile...

L'unico che ancora faceva rimanere tutti con il fiato sospeso era il marmista Arcangelo CUCUMAZZO[5], che non aveva ancora finito la sua opera...
Una pattuglia di vigili urbani motociclisti sostava accanto alla sua officina, pronta a scortarlo e a farsi largo per le strade del centro, a sirene spiegate.

Vituccio che aveva preso il ritmo del lavoro grazie anche a Julio Iglesias che cantava SE MI LASCI NON VALE (sparato a tutto volume da MOHAMED, un marocchino che vendeva i cd a contrabbando), fu avvertito da un ragazzino di tornare immediatamente a casa sua... (faceva parte del piano del Sindaco).

Immediatamente Vituccio scaraventò l'ultima cassetta di cozze pelose e cominciò a correre frettolosamente verso casa. Il ragazzino gli disse:
<<OOOOOOHHHHH... aspetta... non andare da sotto all'arco di San Nicola... vai da sopra alla Muraglia... che sta una sorpresa per te.>>

Vituccio si voltò incuriosito, ma senza riflettere decise di ascoltare il suggerimento del ragazzo. Appena arrivato in piazza Mercantile, trovò GIOVANNI detto Giuanne u gress[6], che lo bloccò per un attimo, chiedendogli tre numeri da giocare sulla ruota di Bari.

Vituccio era noto a tutti per il fatto di dare i numeri... solo che lui non li giocava mai e gli altri vincevano.
Finalmente liberatosi di Giuanne, giunse in piazza Mercantile e rimase a bocca aperta...

Vide il suo vecchio amico ROCCO che aveva una banda bassa (musicale) che iniziò a suonare il flauto, seguito dal suo gruppo con i tamburi... Immediatamente PIRIPICCHIO iniziò il suo show, le ballerine del Moulin Rouge iniziarono a ballare il can can e dai balconi, la gente tirava di continuo i coriandoli.

La banda di Sannicandro aspettò che la Banda di Rocco terminasse il suo brano per intonare la marcia trionfale dell'Aida... il Sindaco fece cenno a Vituccio di raggiungerlo.

Vituccio, frastornato e circondato da ragazzini festanti, fu portato quasi di peso, davanti al politico...
I vigili urbani a sirene spiegate fecero ingresso nella piazza, scortando il treruote di Cucumazzo.

Vituccio pensò immediatamente al fatto che non aveva pagato la multa perché era stato sorpreso senza cinture alla guida del suo APECAR.

Si tranquillizzò vedendo Cucumazzo, suo grande amico... La banda cessò di suonare e il Sindaco tenne un discorso di circa quattro ore e mezza...

Nel sonno generale, Vituccio si era appoggiato vicino alla vetrina di Mc Donald's e gli era venuta una fame pazzesca.
Quando ormai anche lui stava per cedere al sonno, il Sindaco terminò dicendo:

<<E ORA IL NOSTRO CARO VITUCCIO SCOPRIRA' LA TARGA IN  SUO ONORE.>>


Il nostro eroe, senza capire, fu portato in un angolo della piazza, nei pressi della colonna infame, e tirò giù una tendina. Tra gli applausi generali e con il tripudio della folla, Vituccio scoprì una targa commemorativa, sulla quale era scritto:

Vituccio impiegò tre ore per leggere tutta la targa e non capì lo stesso, cosa voleva dire...
Il Sindaco allora gli spiegò che aveva saputo della sua trasferta a Parchitello e, sicuro della buona riuscita dell'impresa, a nome della città, accoglieva Vituccio, il quale avrebbe spiegato in un pubblico comizio, in piazza Prefettura, tutti i particolari della sua storia d'amore con Nannina.

TO BE CONTINUED




[1] Sbrigati
[2] Vituccio aveva la tuta acetata rosso fosforescente e le scarpe della Canguro
[3] Tieni (afferra)
[4] Apprezzata ditta di luminarie dedicate alle Feste patronali, con sede a Putignano (BA)
[5] Noto artigiano  barese discendente di un’apprezzata famiglia di marmisti
[6] Antico guardiano dei bagni pubblici di piazza del Ferrarese

mercoledì 15 febbraio 2012

UN PO' DI CRUDO

(4° episodio della fiction UN AMORE GRANDE COSI')

Al ritorno dalla loro romantica gita alla Selva di Fasano, Nannina promise al suo Vituccio che si sarebbero rivisti molto presto... pertanto Vituccio invitò la sua bella a trascorrere qualche giorno nella città vecchia, dove lei non era mai stata.

Nel frattempo le due amiche del cuore, Melina e Nunzia, erano lì pronte ad ascoltare tutti i particolari della scampagnata (anche quelli più piccanti).
E così Nannina, dopo aver tentennato per circa 33 secondi, decise di raccontare i fatti, invitandole alla Pizzeria da Pelé[1], per una serata in allegria, fra sole donne.

Il giorno della partenza era arrivato e Nannina, bella come il sole, era nella sua stanza a provare le camminate a seconda delle scarpe che avrebbe calzato:
<<Mò... come stò BBona con queste scarpe... sembro propio[2] Raffaella Carrà quando cantava COM'E' BELLO FAR L'AMORE DA TRIESTE IN GIU'.>>

Intanto il suo autista ALFONSO tornò da Torre a Mare con la macchina completamente lucida, una splendida FIAT 128 Spider carta da zucchero metallizzata... si dice che quella fontana della piazzetta della famosa località balneare facesse miracoli... ossia che sgorgasse direttamente acqua e detersivo, pronti a essere raccolti nel secchio, per il lavaggio delle auto.

Lei riconobbe il rumore del motore della sua auto (anch'esso preparato da Donato, il Mago della Formula Uno), ma soprattutto l'ultimo CD di Drupi, il cantante preferito di Alfonso, sparato a tutto volume.

<<OOOOOHHHHHHH, vuoi abbassare lo stereo, mocc a tte e a Drupi, che stiamo alla controra[3]>>, gli urlò benevolmente Nannina, giacché effettivamente erano le 14.30 in punto.

Ma il vero motivo era che la sua parrucchiera-cugina Porzia non riusciva a concentrarsi, per la realizzazione dei colpi di sole alla sua affezionata cliente-cugina.

Nannina aveva finalmente deciso quali scarpe calzare per far crepare tutti quanti lì (a Bari Vecchia)... le Hogan, nere tempestate di strass e swarovski, rigorosamente MADE IN CHINA, acquistate dai senegalesi, alla festa di San Trifone, ad Adelfia.


Per il resto aveva deciso per un anonimo completo di pelle nera, con borchie fosforescenti, stile Olivia Newton-John in GREASE... ma c'era una cosa che non la soddisfava.

Mentre pensava a quella cosa che le mancava per far definitivamente crollare Vituccio ai suoi piedi, le venne in mente che Olivia (Newton-John, sempre) masticava di continuo una gomma...
<<MELIIINAAAA... dammi una ciungomma[4], una Big-Babol che quelle fanno i pallocciotti grossi... FUSCE.>>




Finalmente era pronta...
Nunzia e Melina in un angolo la osservavano come al passaggio della Madonna di Pompei, per le vie del suo paese... 
Nannina sembrava danzasse anziché camminare...
Sembrava passeggiare sulle acque...
Sembrava...
<<AAAHHH... ma che cappro[5], Corrado? Proprio qui la dovevi fare?>>

Corrado (il fedele cagnolino), ancora alle prese con dolori intestinali indicibili, legati agli avanzi della straordinaria abbuffata della puntata precedente, aveva lasciato un ricordo piuttosto evidente, proprio davanti all'uscio di casa.

E così Nannina, calpestò "L'Abbondanza" di Corrado e fu costretta a scegliere un altro paio di scarpe, che lei aveva collocato al secondo posto nella classifica di gradimento... erano delle stupende scarpe aperte con tacchi a spillo alti 14 cm e una zeppa alta 6, naturalmente fosforescenti che facevano pandan con le borchie del suo completo di pelle.

Per consolarla, Nunzia le disse che portava fortuna ma Nannina non era molto d'accordo:
<<Mocc a Corrado, dategli un Bimixin[6], sennò quello chissà che cosa deve combinare!>>.

Finalmente in macchina, profumata con l'Arbre Magique al gusto di limone e con Drupi che cantava SAMBARIO', Nannina era pronta ad affrontare questa eccitante sfida, non prima di aver dato le ultime direttive ad Alfonso:

<<Ehi a te, quando arriviamo 'Nderre a la Lanze[7] fermiti[8], che voglio comprare un po' di crudo[9] da portare!>>



[1] Rinomata pizzeria che si trova in via Pasubio, al rione Carrassi
[2] Non è un errore di stampa: è un modo tipico barese di storpiare questo avverbio
[3] Periodo che va dalle 14.00 alle 16.00, nel quale è bene rispettare la quiete pubblica
[4] Storpiatura della parola inglese chewing gum
[5] <<Ma che diamine…>>
[6] Efficace medicinale che contrasta e blocca la dissenteria
[7] Celebre angolo del lungomare barese, dove di domenica soprattutto, si tiene un mercatino ittico
[8] Anche in questo caso la forma dialettale imperativa barese diventa fermIti e non fermAti
[9] Con questo termine, il barese medio indica i frutti di mare

mercoledì 8 febbraio 2012

TUTTO E' BENE QUEL CHE FINISCE BENE

(3° episodio della saga UN AMORE GRANDE COSI')

Nannina non era mai sola in casa..., Infatti, a farle compagnia c'era il suo fido cagnolino... un bastardino che una volta aveva trovato sotto al vespino[1] e che aveva storpiato...

Così, per compassione aveva deciso di tenerlo e di assegnargli anche un nome importante: CORRADO.

Corrado era molto tranquillo ma appena vedeva Vituccio iniziava ad abbaiare e non la smetteva fino a quando la sua padroncina non lo minacciava:
<<Uagliò statte citte... MO' CON LE PATATE TI DEVO FARE.>>


Assieme al cane c'era anche un altro ospite animale: il pappagallino ENZO, che Nannina aveva sistemato sul punto più alto del tetto della casa e che iniziava a urlare appena vedeva arrivare la Guardia di Finanza.

Intanto Melina stava quasi per compiere la sua missione, quando...
Purtroppo per scansare un fosso, sulla Noicattaro-Parchitello, cadde con il Vespino rosa shocking di Nannina.

Quell'infamone di Enzo se ne accorse e cominciò a urlare a Nannina che il vespino si era raschiato.
A quel punto Nannina, intenta a trombare la massa, promise a se stessa:
<<MO’ CHE VIENE... LA DEVO FARE NUOVA NUOVA A QUELLA.[2]>>

Vituccio, intanto, che era dell'Ambiente Pesante[3], aveva accettato di essere scortato fino a Pane e Pomodoro da un corteo di motociclisti (gli Hell's Angels), dalle Associazioni Biciincittà e Amici della Vespa, ma soprattutto dai suoi amici del quartiere, tutti rigorosamente sull'APECAR bianco-rosso di PINUCCIO, il cugino di Vituccio.

Solo che doveva fare benzina... allora si fermò in via S. Francesco d'Assisi alla Total, da ORONZO detto NINNI’, per fare il pieno.
<<Ninnì giacché ti trovi dammi una gonfiata alle ruote dell'APECAR... VELOCE... e segna... mi raccomando.>>

Il corteo di accompagnamento era fermo dietro di lui e occupava tutta via Napoli fino all'altezza della chiesa dei Carmelitani.

L'odore delle cipolle aveva pervaso tutto l'ambiente... Nannina era veramente fiera del forno a microonde vinto con i punti della Miralanza, ma soprattutto era grata a Nunzia che le aveva consigliato di rubare tutti i punti dal supermercato.

Tutto il vicinato (Parchitello) iniziò a chiedersi chi fosse il fortunato che avrebbe assaggiato il calzone di cipolle che Nannina in persona (quando mai!) stava preparando con le sue mani.

Nel frattempo anche Melina e Nunzia l'avevano raggiunta ed erano intente ad apparecchiare una tavolata che avrebbe potuto contenere circa 35 persone.

A un certo punto, verso le 11.30, Enzo cominciò a mettersi in agitazione...
Corrado intuì un pericolo e cominciò ad abbaiare...
Il cielo cominciò ad annuvolarsi...
Il vento cominciò a soffiare forte...
Gli alberi iniziavano a perdere le foglie...
Melina e Nunzia cominciarono ad abbracciarsi forte forte[4].

Non era un principio di terremoto o un inizio di temporale... era Vituccio che in lontananza, si faceva sentire, con il mangianastri della Pioneer a tutto volume e con la canzone di Shakira (Waka Waka), con il motore rombante dell'APECAR, anch'esso "preparato" da Donato, il Mago della Formula 1, il quale aveva sostituito il vecchio motore con uno della Ferrari Testarossa, gentilmente regalato da Colin u Tranese, in uno dei suoi colpi, a Bitonto.

Persino PASQUALE, il vigilantes di Parchitello cominciò a farsi le croci al contrario[5] e pensò bene di aprire la sbarra d’ingresso del Residence... e poi, per fare bella figura, stese a terra il tappeto rosso che era utilizzato quando si sposava qualche ragazza del posto.

Finalmente Vituccio giunse nei pressi del castello della sua bella, tutto contento di essere arrivato.
Ma c'era qualcosa di strano... non riusciva a capire cosa.

Più andava avanti e più non riusciva a capire... forse l'aria (eh sì... era tutto diverso da Bari Vecchia... l'odore del ragù di PASQUINA, la vicina di casa... il suo ragù lo sentivano dalla Muraglia fino al Castello Svevo, da piazza del Ferrarese fino all'ingresso del Porto, di fronte al Ristorante IL GAMBERO).
Eppure era un odore che a Vituccio provocava un certo malessere.

Giunto nei pressi del castello, con una strombazzata dell'APECAR (stile SIMPATICHE CANAGLIE) fece immediatamente venir fuori tutti i suoi abitanti... Corrado, ovviamente, appena lo vide, iniziò ad abbaiare così forte e ostinatamente che Vituccio, in preda ad un giramento di testa, gli disse:
<<E’ meglio che te ne vai da vicino a me... CHE SENNO' MO' UNA STAMBATA TI DEVO DARE.[6]>>

Corrado, intelligentemente, capì che era meglio filarsela, poiché Vituccio non scherzava... Quando uscì Nannina con la presina della teglia in mano e con le gambe tremolanti come se ballasse Waka Waka, lei lo accolse con stupore:
<<E TU GIA' QUA STAI?>>

E lui, per tutta risposta, le chiese:
<<MA SI PUO' SAPERE COS'E' STA PUZZA? HAI FATTO QUALCOSA CON LE CIPOLLE?>>
Eh già... Nannina aveva dimenticato che le cipolle per Vituccio erano come la kriptonite per Superman...
gli facevano perdere i Superpoteri.

(Nannina): <<TI HO PREPARATO IL CALZONE DI CIPOLLE CON IL FORNO A MICROONDE VINTO CON I PUNTI DELLA MIRALANZA... PERCHE'?>>

(Vituccio): <<DI CARNE... TE L'AVEVO DETTO CHE A ME MI PIACE IL CALZONE DI CARNE... NO DI CIPOLLE... STA SCEMA>>

Nannina, a quel punto scappò via piangendo, mentre Melina e Nunzia si davano di gomito e ridevano sotto i baffi (che avevano).

Vituccio capì che aveva esagerato ma non sapeva come rimediare... a un certo punto, mettendosi una mano in tasca, si accorse di avere una molletta d'oro zecchino tutta tempestata di pietre preziose che gli aveva regalato CECILIA, temutissima esponente del clan delle Signore che producono orecchiette, sotto l'Arco Basso.

Allora ebbe una felice idea... estrasse la molletta... si tappò il naso e...
Più che l'orgoglio poté la fame...
Decise di degustare la pietanza della sua amata.

Alla fine del pranzo (alle 18.30) e dopo essersi piegati 3 casse di birra, lui si alzò...
Lei anche...
Melina e Nunzia stavano per farlo ma Vituccio ordinò loro di restare dov'erano...
E fu così...
Fu così che i due piccioncini si baciarono appassionatamente (al sapore di cipolla).

E mentre lui correva a riprendere l'APECAR dal parcheggio, lei lo seguiva correndo.
Ma a un certo punto, Nannina, girandosi verso le sue 2 amiche del cuore, con le quali aveva condiviso tutto fin da bambina, e notando che tutta Parchitello era sui balconi per guardare la scena, salutò tutti quanti con un elegante gesto dell’ombrello:

<<NE'... ANDATEVELO A PRENDERE IN FACCIA AL NASO[7]... MO' ME NE VADO CON IL FIDANZATO MIO A FARE UN GIRO CON L'APECAR!>>

Vituccio a un certo punto si fermò ed esplose in un rutto talmente forte che sia Enzo il pappagallino sia Corrado il cagnolino caddero a terra svenuti.

E mentre Pasquale il vigilantes riapriva la sbarra, i nostri eroi partivano in direzione SELVA DI FASANO per una romantica gita di piacere.

TUTTO E' BENE QUEL CHE FINISCE BENE

Qui finisce il primo trittico della fiction UN AMORE GRANDE COSI'.
Nella seconda trilogia sara Nannina che ricambierà la cortesia, andando a far visita alla casa di Vituccio.
E anche lì ne vedremo delle belle...

[1] Investito col vespino
[2] Tipico modo di dire barese che indica che: <<Quando torna, ne avrà di botte, quella…>>
[3] Vicino alla malavita
[4] Rafforzativo tipico barese che indica un abbraccio molto forte
[5] Modo di dire barese che indica uno stato d’intensa agitazione e deriva dalla religione ortodossa
[6] <<Ti consiglio di andartene o ti darò un calcio>>
[7] Altra tipica esclamazione barese che vuol dire: <<Tiè… beccatevi questo>>