
Torno per un attimo sulla questione
legata alla storiella del Barbiere di Siviglia, per raccontarvi che l’origine della mia
capigliatura riccioluta si deve senza dubbio a mia madre, ma soprattutto a mio
nonno materno.
Questi era uno dei più rinomati Noleggiatori di auto per matrimoni (mestiere in voga almeno fino ai primi anni ‘80).
Il suo nome era GIUSEPPE, ma per tutti
gli abitanti della città vecchia di Bari era conosciuto come PEPPINE CAPILL’E RICCIE, per via della
sua folta chioma nera (poi diventata brizzolata e poi bianca).
Mio nonno possedeva le più eleganti e
potenti autovetture del momento e ogni giorno, diverse coppie di futuri sposi, con genitori
al seguito, facevano la coda per accaparrarsi la macchina migliore che li
accompagnasse dapprima in chiesa e poi fino alla sala ricevimenti.
Mercedes, Jaguar, Rolls-Royce, varie auto
scoperte americane e via via anche auto secondarie che, però, avevano il
compito di accompagnare i genitori degli sposi e i loro parenti, per quel
giorno indimenticabile.
Spesso le sue auto erano utilizzate anche
per accompagnare un importante uomo politico pugliese nei vari spostamenti legati
alle campagne elettorali.
Accadeva, quindi, che d’estate
soprattutto ma anche di domenica mattina, io fossi sempre lì in garage a
fantasticare di guidare una di quelle fuoriserie e di essere anch’io uno di
quegli autisti cui mio nonno si rivolgeva per formare il corteo nuziale.
E col passare degli anni, egli mi
promuoveva da Lavatore di pneumatici a Lavatore
di carrozzeria, poi Lavatore scelto fino a Segretario e, ancora, Addetto alle
pubbliche relazioni…
Siccome il garage si trovava a pochi
passi dalla Questura Centrale, molti
poliziotti e funzionari, lasciavano in custodia le loro auto, chiedendo di
poterle trovare pulite: quindi insieme ai miei zii, ci davamo da fare per lavarle
con i migliori prodotti.
La riconsegna delle chiavi era,
naturalmente effettuata dal sottoscritto, poiché i suddetti poliziotti erano
piuttosto generosi con le mance…
La stessa cosa riguardava anche il Comando della Polizia Urbana (all’epoca situato in Largo Chiurlia, nel
centro storico e a due passi da Corso Vittorio Emanuele): quindi ero
abbastanza conosciuto da Polizia e Vigili Urbani…
Tornando agli autisti: questi,
generalmente pensionati ma non solo, erano amici di mio nonno, ben contenti di
prestare la loro “opera”[1],
sapendo che, oltre alla “ricompensa” pattuita, avrebbero ricevuto laute mance
dalla gente che accompagnavano al ristorante.
Uno degli autisti più fedeli a mio nonno
era un certo VINCENZO, un apprezzato
netturbino che arrotondava il suo stipendio con le mance appena descritte. Erano
amici di vecchia data, che spesso litigavano per le loro avverse posizioni
politiche, ma erano accomunati dalla stessa fede calcistica juventina.

Per noi baresi DOC che abbiamo l’abitudine
di stravolgere i nomi, cambiando loro il posto degli accenti (per esempio: Upim si trasforma in Upìm, il Caffè Saicaf diventa il Caffè Saicàf che si trova in Corso Càvour e non in Corso Cavoùr,
ecc.), Vincenzo detto Nègus, in realtà era Vincenzo detto Negùs.
Negùs aveva tre figlie molto belle che
però non faceva mai uscire: con loro si comportava veramente come un dittatore.
E loro, naturalmente, invece, lo beffavano sistematicamente.
Nei miei confronti, Vincenzo era
particolarmente gentile e protettivo e pure ben disposto a farmi incontrare sua
figlia maggiore che si chiamava MARIA
detta Mariella. Anzi, più di una volta aveva confidato a mio padre, che
vedeva di buon occhio la frequentazione di Mariella nella nostra comitiva, per
via della mia presenza.
Una domenica mattina avevo appuntamento
con Mariella: ero vestito di tutto punto e avevo tirato a lucido il mio
ciclomotore Piaggio CIAO,
regolarmente “preparato” da Ciccille u Gnore, celeberrimo meccanico
della città vecchia, che raggiungeva la ragguardevole velocità di 85 Km/h (ma
che consumava un pieno dal mattino fino a sera)…
Nella quasi certezza di fare colpo su di lei, qualche giorno prima le dissi che le avrei fatto guidare il mio “bolide” (che aveva un comodo sellone per due posti).
Il guaio era che sui ciclomotori non si
poteva andare in due: ma io, in un certo senso, non mi fidavo della sua guida e non sapevo come dirglielo.
Quella domenica mattina era bellissima
come il sole ma non era sola: infatti si era fatta accompagnare, da una sua
amica, che però, di lì a poco se ne sarebbe andata. Soltanto che le aveva
chiesto la cortesia di essere accompagnata in via F. Crispi[2].
Un po’ a malincuore acconsentii ad
accompagnare l’amichetta, purché si fosse tolta rapidamente di mezzo, però
dissi che in tre avrei guidato io.
Per fare in modo che la sua amica
togliesse prima possibile il disturbo, senza pensarci, imboccai Corso Vittorio
Emanuele, dimenticando che il Sindaco del tempo aveva emanato un’ordinanza che
vietava il transito di cicli e motocicli, su una delle più eleganti strade
della città…
Immediatamente incrociammo un posto di
blocco della Polizia Urbana:
<<Madò e adesso?>>
pensai senza parlare, immaginando la grossa multa che mi avrebbe inflitto e al
sicuro sequestro del motore, peraltro pesantemente truccato, insieme agli
immancabili rimproveri di mio padre.
<<Voi non parlate, state zitte e lasciate
fare a me>> furono le uniche parole che riuscii a pronunciare,
fingendo sicurezza e rivolgendomi alle due ragazze impaurite.
Dopo aver mostrato i documenti, mi
rivolsi al vigile, allontanandolo dal motore e facendo in modo che le due
ragazze non potessero ascoltare quello che gli avrei detto. Il vigile,
incredulo, mi seguì ed io, voltandomi verso le ragazze, feci loro un cenno
rassicurante del tipo <<ADESSO CI
PENSO IO>>…
(IO): <<Marescià…, per favore… non
mi fate niente… io le stavo solo accompagnando alla mia fidanzata e alla sua
amica… e poi lo sapete a chi appartengo?>>
Il vigile, che non era Maresciallo, si
rivolse sorridendo al vero Sottufficiale e disse:
<<Marescià…, avete capito chi
abbiamo fermato stamattina? UNA COPPIA VIP>>
Una coppia vip? Non riuscivo a capire le
parole e le risate del vigile, ma mi sembrava che la cosa stesse prendendo un
buon esito.
Non potevo saperlo, ma il vigile conosceva mio nonno per essere stato accompagnato, qualche settimana prima, da una delle auto nuziali super lusso, nel giorno del suo matrimonio e, contemporaneamente, Negùs era stato l'autista della Rolls-Royce noleggiata. Da quel momento erano diventati molto amici…
Per questa ragione, fece in modo di non
elevarmi alcuna contravvenzione, ma naturalmente mi disse che sul ciclomotore
potevo andarci solo io e non certamente sul corso…
Meno male… Grazie alle
nostre rispettive raccomandazioni, quel grosso spavento fu subito dimenticato
con uno splendido gelato, gustato rigorosamente A PIEDI e sotto lo
sguardo benevolo della pattuglia della Polizia Urbana.
[1]
Il loro compito consisteva nell’accompagnare i parenti degli sposi in chiesa e
poi fino al ristorante.
[2]
Figurarsi: eravamo sul lungomare e, per raggiungere via Crispi, bastava
percorrere al massimo 500 metri a piedi. Una bella passeggiatina a piedi, no?
MA LA FOTO DEL CIAO è PROPRIO DEL TUO VECCHIO MOTORE???
RispondiEliminaahahah... no...
EliminaIl mio bolide era bianco lucido... poi negli ultimi tempi, divenne celeste metallizzato
e lo so, siccome nella foto è celeste...
Elimina:)
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