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N.B.: i miei racconti possono contenere parole in dialetto o in forma dialettale barese: NIENTE PAURA... alla pagina 777 ci sono i sottotitoli... (*◕‿◕*)
La storie che leggerete sono liberamente e parzialmente ispirate a fatti realmente accaduti.
I riferimenti a personaggi, i singoli eventi narrati, i nomi, i dialoghi e i luoghi possono essere frutto della mia fantasia e di esigenze e finalità artistico/narrative.

domenica 29 gennaio 2012

LE POPIZZE

(primo episodio della fiction UN AMORE GRANDE COSI’)

Quella mattina VITUCCIO era piuttosto inquieto: passeggiava nervosamente nel soggiorno di casa, aveva già piegato[1] due birre da 3/4 e stava andando nel freezer a prendere la terza...
<<MOCC A SSORD sono finite.>>, imprecò...

Subito afferrò il telefono. Si rese conto che glielo avevano staccato e allora si affacciò fuori dal sottano[2] di Bari Vecchia (Strada del Carmine) e intravide una figura a lui familiare:
<<PIERINOOOOOOO, portimi due casse di birre... veloce![3]>>

Pierino della birra era già davanti a lui, pronto a consegnargliele.
Quando questi fece la mossa di tendere la mano per essere pagato, Vituccio lo mandò a quel paese e gli disse di segnare sul libro-cassa dei copponi[4] della cantina.

Dopo aver risolto questo problema, ecco che se ne presentò subito un altro:
<<UFF… e ci è stamatine?[5]>>
Il problema era parecchio grave... non sapeva cosa indossare quando sarebbe andato da Lei, la sua amata NANNINA.

Aprì l'armadio e pensò:
<<Mi metto l'abito grigio chiaro della comunione, con camicia bianca e papillon nero? NO TROPPO COZZALO![6]>> <<Allora forse è meglio i jeans neri con le toppe verdi fosforescenti alle ginocchia? NO TROPPO DA TOPINO.>>

Quando stava x perdere le staffe si accorse di un completo cui teneva molto e che... ne era sicuro... sarebbe piaciuto tanto anche a Nannina: UN'ELEGANTISSIMA TUTA ACETATA ROSSO FOSFORESCENTE DELLA FERRARI, CHE AVEVA AVUTO IN OMAGGIO DA FELIPE MASSA.

Ora si trattava di far ulteriormente colpo su di lei: ma come?
Gli venne in mente un'idea. Chiamò subito il suo fraterno amico:
<<MINGUCCIOOOO... portimi a lavare L'APECAR... muvete![7]>>

Già il suo mitico APECAR... quante battaglie...
Quante corse con la polizia alle calcagna... sempre regolarmente seminati!

L'APECAR era giallo ocra con un grande ASSO DI BASTONI sul fronte, la scritta CHI MI INVIDIA CREPA sul top del parabrezza, una grossa marmitta in stile “camion del Nord America” ma, soprattutto, nell’abitacolo, una serie di corni appesi, contro il malocchio.
Vituccio era leggermente scaramantico... ma GUAI A FARGLIELO NOTARE.

Quando Minguccio tornò dalla sua commissione, con l'APECAR tirato a lucido, restava l'ultimo dubbio, prima della grande partenza verso il castello della sua amata:
<<CHE COSA CI PORTO? IL BAR REX[8] STA PURE CHIUSO.>>

Allora il nostro eroe, indossata la sua acetata rossa, rigorosamente aperta fino all'ombelico, varcò la soglia del sottano e inizio a camminare lungo la strada.

Tutti quanti ammiravano la sua tuta ma soprattutto la saracolla[9] d'oro 25k che portava al collo, terminante con una CapadiGesù pesante circa 2 Kg...

L'apertura della giacca, poi, mostrava chiaramente solo uno dei suoi 37 tatuaggi sparsi su tutto il corpo...

Vi era raffigurato il carcere di Bari con sotto la scritta MAMMA PERDONAMI.

Mentre Vituccio era già arrivato a percorrere parecchi metri, in prossimità di piazza San Pietro (nei pressi del Monastero di S. Scolastica), intravide finalmente la donna che gli avrebbe risolto l'ultimo problema della mattinata: FINELLA, la Regina della Popizze e delle Sgagliozze[10].

Lei, seduta, tutta vestita di nero, con i lunghi capelli bianchi raccolti in un tuppo[11], gli chiese:
<<Ciù uè?[12]>>
<<Finella, fammi 3 kg di sgagliozze e 2 kg di popizze... e segna mi raccomando>>

E così, felice per aver trovato il giusto regalo con cui presentarsi dalla sua amata, Vituccio tornò a casa, entrò nel suo luccicante APECAR, salutato da un'ovazione della folla e partì, sgommando, alla volta di Parchitello[13].

Cosa succederà nel prossimo episodio?

TO BE CONTINUED

[1] consumato
[2] Basso (locale adibito sia come abitazione e sia come deposito, situato nei centri storici)

[3] Non è un errore di grammatica: nella forma dialettale barese l’imperativo PORTAMI diventa PORTIMI
[4] debiti
[5] Forma dialettale barese che significa: <<Uffa… e cos’è stamattina?>>
[6] tamarro
[7] sbrigati
[8] Importante bar della città, situato in Corso Vittorio Emanuele
[9] Grossa collana
[10] Finella, la Regina delle Pettole e dei quadratini di polenta fritti (ottimi…)
[11] Chignon (particolare acconciatura tipicamente femminile)
[12] <<Cosa desideri?>>
[13] Zona residenziale periferica barese a ridosso del comune di Noicattaro (BA)

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