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N.B.: i miei racconti possono contenere parole in dialetto o in forma dialettale barese: NIENTE PAURA... alla pagina 777 ci sono i sottotitoli... (*◕‿◕*)
La storie che leggerete sono liberamente e parzialmente ispirate a fatti realmente accaduti.
I riferimenti a personaggi, i singoli eventi narrati, i nomi, i dialoghi e i luoghi possono essere frutto della mia fantasia e di esigenze e finalità artistico/narrative.

mercoledì 8 febbraio 2012

TUTTO E' BENE QUEL CHE FINISCE BENE

(3° episodio della saga UN AMORE GRANDE COSI')

Nannina non era mai sola in casa..., Infatti, a farle compagnia c'era il suo fido cagnolino... un bastardino che una volta aveva trovato sotto al vespino[1] e che aveva storpiato...

Così, per compassione aveva deciso di tenerlo e di assegnargli anche un nome importante: CORRADO.

Corrado era molto tranquillo ma appena vedeva Vituccio iniziava ad abbaiare e non la smetteva fino a quando la sua padroncina non lo minacciava:
<<Uagliò statte citte... MO' CON LE PATATE TI DEVO FARE.>>


Assieme al cane c'era anche un altro ospite animale: il pappagallino ENZO, che Nannina aveva sistemato sul punto più alto del tetto della casa e che iniziava a urlare appena vedeva arrivare la Guardia di Finanza.

Intanto Melina stava quasi per compiere la sua missione, quando...
Purtroppo per scansare un fosso, sulla Noicattaro-Parchitello, cadde con il Vespino rosa shocking di Nannina.

Quell'infamone di Enzo se ne accorse e cominciò a urlare a Nannina che il vespino si era raschiato.
A quel punto Nannina, intenta a trombare la massa, promise a se stessa:
<<MO’ CHE VIENE... LA DEVO FARE NUOVA NUOVA A QUELLA.[2]>>

Vituccio, intanto, che era dell'Ambiente Pesante[3], aveva accettato di essere scortato fino a Pane e Pomodoro da un corteo di motociclisti (gli Hell's Angels), dalle Associazioni Biciincittà e Amici della Vespa, ma soprattutto dai suoi amici del quartiere, tutti rigorosamente sull'APECAR bianco-rosso di PINUCCIO, il cugino di Vituccio.

Solo che doveva fare benzina... allora si fermò in via S. Francesco d'Assisi alla Total, da ORONZO detto NINNI’, per fare il pieno.
<<Ninnì giacché ti trovi dammi una gonfiata alle ruote dell'APECAR... VELOCE... e segna... mi raccomando.>>

Il corteo di accompagnamento era fermo dietro di lui e occupava tutta via Napoli fino all'altezza della chiesa dei Carmelitani.

L'odore delle cipolle aveva pervaso tutto l'ambiente... Nannina era veramente fiera del forno a microonde vinto con i punti della Miralanza, ma soprattutto era grata a Nunzia che le aveva consigliato di rubare tutti i punti dal supermercato.

Tutto il vicinato (Parchitello) iniziò a chiedersi chi fosse il fortunato che avrebbe assaggiato il calzone di cipolle che Nannina in persona (quando mai!) stava preparando con le sue mani.

Nel frattempo anche Melina e Nunzia l'avevano raggiunta ed erano intente ad apparecchiare una tavolata che avrebbe potuto contenere circa 35 persone.

A un certo punto, verso le 11.30, Enzo cominciò a mettersi in agitazione...
Corrado intuì un pericolo e cominciò ad abbaiare...
Il cielo cominciò ad annuvolarsi...
Il vento cominciò a soffiare forte...
Gli alberi iniziavano a perdere le foglie...
Melina e Nunzia cominciarono ad abbracciarsi forte forte[4].

Non era un principio di terremoto o un inizio di temporale... era Vituccio che in lontananza, si faceva sentire, con il mangianastri della Pioneer a tutto volume e con la canzone di Shakira (Waka Waka), con il motore rombante dell'APECAR, anch'esso "preparato" da Donato, il Mago della Formula 1, il quale aveva sostituito il vecchio motore con uno della Ferrari Testarossa, gentilmente regalato da Colin u Tranese, in uno dei suoi colpi, a Bitonto.

Persino PASQUALE, il vigilantes di Parchitello cominciò a farsi le croci al contrario[5] e pensò bene di aprire la sbarra d’ingresso del Residence... e poi, per fare bella figura, stese a terra il tappeto rosso che era utilizzato quando si sposava qualche ragazza del posto.

Finalmente Vituccio giunse nei pressi del castello della sua bella, tutto contento di essere arrivato.
Ma c'era qualcosa di strano... non riusciva a capire cosa.

Più andava avanti e più non riusciva a capire... forse l'aria (eh sì... era tutto diverso da Bari Vecchia... l'odore del ragù di PASQUINA, la vicina di casa... il suo ragù lo sentivano dalla Muraglia fino al Castello Svevo, da piazza del Ferrarese fino all'ingresso del Porto, di fronte al Ristorante IL GAMBERO).
Eppure era un odore che a Vituccio provocava un certo malessere.

Giunto nei pressi del castello, con una strombazzata dell'APECAR (stile SIMPATICHE CANAGLIE) fece immediatamente venir fuori tutti i suoi abitanti... Corrado, ovviamente, appena lo vide, iniziò ad abbaiare così forte e ostinatamente che Vituccio, in preda ad un giramento di testa, gli disse:
<<E’ meglio che te ne vai da vicino a me... CHE SENNO' MO' UNA STAMBATA TI DEVO DARE.[6]>>

Corrado, intelligentemente, capì che era meglio filarsela, poiché Vituccio non scherzava... Quando uscì Nannina con la presina della teglia in mano e con le gambe tremolanti come se ballasse Waka Waka, lei lo accolse con stupore:
<<E TU GIA' QUA STAI?>>

E lui, per tutta risposta, le chiese:
<<MA SI PUO' SAPERE COS'E' STA PUZZA? HAI FATTO QUALCOSA CON LE CIPOLLE?>>
Eh già... Nannina aveva dimenticato che le cipolle per Vituccio erano come la kriptonite per Superman...
gli facevano perdere i Superpoteri.

(Nannina): <<TI HO PREPARATO IL CALZONE DI CIPOLLE CON IL FORNO A MICROONDE VINTO CON I PUNTI DELLA MIRALANZA... PERCHE'?>>

(Vituccio): <<DI CARNE... TE L'AVEVO DETTO CHE A ME MI PIACE IL CALZONE DI CARNE... NO DI CIPOLLE... STA SCEMA>>

Nannina, a quel punto scappò via piangendo, mentre Melina e Nunzia si davano di gomito e ridevano sotto i baffi (che avevano).

Vituccio capì che aveva esagerato ma non sapeva come rimediare... a un certo punto, mettendosi una mano in tasca, si accorse di avere una molletta d'oro zecchino tutta tempestata di pietre preziose che gli aveva regalato CECILIA, temutissima esponente del clan delle Signore che producono orecchiette, sotto l'Arco Basso.

Allora ebbe una felice idea... estrasse la molletta... si tappò il naso e...
Più che l'orgoglio poté la fame...
Decise di degustare la pietanza della sua amata.

Alla fine del pranzo (alle 18.30) e dopo essersi piegati 3 casse di birra, lui si alzò...
Lei anche...
Melina e Nunzia stavano per farlo ma Vituccio ordinò loro di restare dov'erano...
E fu così...
Fu così che i due piccioncini si baciarono appassionatamente (al sapore di cipolla).

E mentre lui correva a riprendere l'APECAR dal parcheggio, lei lo seguiva correndo.
Ma a un certo punto, Nannina, girandosi verso le sue 2 amiche del cuore, con le quali aveva condiviso tutto fin da bambina, e notando che tutta Parchitello era sui balconi per guardare la scena, salutò tutti quanti con un elegante gesto dell’ombrello:

<<NE'... ANDATEVELO A PRENDERE IN FACCIA AL NASO[7]... MO' ME NE VADO CON IL FIDANZATO MIO A FARE UN GIRO CON L'APECAR!>>

Vituccio a un certo punto si fermò ed esplose in un rutto talmente forte che sia Enzo il pappagallino sia Corrado il cagnolino caddero a terra svenuti.

E mentre Pasquale il vigilantes riapriva la sbarra, i nostri eroi partivano in direzione SELVA DI FASANO per una romantica gita di piacere.

TUTTO E' BENE QUEL CHE FINISCE BENE

Qui finisce il primo trittico della fiction UN AMORE GRANDE COSI'.
Nella seconda trilogia sara Nannina che ricambierà la cortesia, andando a far visita alla casa di Vituccio.
E anche lì ne vedremo delle belle...

[1] Investito col vespino
[2] Tipico modo di dire barese che indica che: <<Quando torna, ne avrà di botte, quella…>>
[3] Vicino alla malavita
[4] Rafforzativo tipico barese che indica un abbraccio molto forte
[5] Modo di dire barese che indica uno stato d’intensa agitazione e deriva dalla religione ortodossa
[6] <<Ti consiglio di andartene o ti darò un calcio>>
[7] Altra tipica esclamazione barese che vuol dire: <<Tiè… beccatevi questo>>

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