1° episodio: Ma dove sono finite le scarpe?
In occasione di un importante Congresso scientifico
nazionale, tenutosi quest’anno a Venezia, mia moglie (medico ginecologa) vi ha
preso parte, assieme a diversi colleghi pugliesi e anche una sua collega-amica
di Barletta, con la quale ha diviso la stanza dell’hotel.
In precedenza mi aveva preparato uno
speciale Kit di sopravvivenza alimentare
(vista la mia nota avversione a cucinare)
e una serie di raccomandazioni: <<Mi raccomando… innaffia le piante, stendi il
bucato, rifai il letto…>> e così via, fino a riempire un intero
foglio protocollo, di quelli che si usano a scuola per i compiti in classe.
Io che fino a quel momento avevo annuito
a ogni sua raccomandazione, nel momento in cui sono tornato a casa, ho
ufficialmente iniziato la mia VITA DA
SINGLE (per 3 giorni)…

La cravatta è rimasta appesa alla maniglia della porta d’ingresso e le
mutande le ho fatte roteare su un dito (come fosse il lazo che TEX WILLER usava durante uno dei tanti
rodeo) e sono andate a finire sull’armadio, nella stanza da letto…
Insomma ho messo in pratica quello che il
buon GIANNI MORANDI cantava nella
splendida canzone che è BANANE E LAMPONE
(Ricordate?
Giro nudo per la casa…)
Il passo successivo è stato quello di
fiondarmi in camera da letto e zompettare
sul letto (come facevo da bambino, quando mia madre mi permetteva di non andare
a scuola, mentre fingevo di stare male: nel momento in cui lei andava al
mercato, smettevo immediatamente di fare
il malato, per saltare a più non posso sul lettone… Un giorno fui scoperto e…
non vi dico).
Ebbene ho fatto come da bambino, con l’aggiunta
di ballare a tutto volume una canzone che mi fa letteralmente muovere come un
indiavolato (Titanium di DAVID GUETTA ft. SIA)
Dopo aver sfogato tutti i miei istinti di
danzatore, per circa 40 minuti, mi è venuta fame e lì mi sono improvvisato Chef de Rang… ho indossato il grembiule di
VISSANI e ho tirato fuori dal
freezer, la busta pronta di PASSATO DI VERDURE che avevo comprato qualche
giorno prima e voilà… PRONTO IN TAVOLA.
Insomma questa storia si è ripetuta per
tutti e tre i giorni, fino al ritorno a casa di mia moglie (e meno male; avevo esaurito il mio Kit da sopravvivenza alimentare, comprensivo di pizze da riscaldare nel microonde, piadine e similari).
Il grosso problema è stato farle
ritrovare la casa in ordine: il letto aveva finalmente tirato un sospiro di
sollievo, dopo avermi implorato per 3 giorni di essere sistemato. Ma non
riuscivo assolutamente a ritrovare le scarpe… dopo una lunga ricerca, TOM TOM
alla mano, sono riuscito a trovarne una nel freezer e l’altra nel microonde.
FINE PRIMO EPISODIO
2° episodio: L’accoglienza all’aeroporto e i
complimenti al CASALINGO
Mi ero sentito col marito della sua
collega-amica, per metterci d’accordo sull’ora e il luogo più opportuno, per
una buona e festosa accoglienza…
All’ora stabilita, ci siamo visti in
aeroporto con un discreto anticipo e lui mi ha tirato fuori un enorme
cartellone bianco sul quale aveva intenzione di scrivere un testo di benvenuto,
come si fa con chi atterra, ma non si conosce…
Casualmente, avevo in macchina un grosso
pennarello nero e… pensa tu che penso io…
Alla fine abbiamo accolto le nostre
coniugi con il seguente striscione:<<WELCOME BACK… Le lavatrici vi aspettano>>,
facendo ridere tutte le persone presenti e in attesa di salutare i propri cari.
In macchina mia moglie mi ha raccontato
tutti i vari aneddoti che si sono verificati prima, durante e dopo il
Congresso, le varie cene, lo shopping, ecc.…
Giunti a casa, mi ha fatto i complimenti
per come l’aveva trovata pulita e profumata (tutto in ordine, mentre fino a
mezz’ora prima era un BAZAR, che non aveva nulla da invidiare a quello della
Medina di Tunisi).
Evvai... Mi ha detto sono un perfetto CASALINGO
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