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N.B.: i miei racconti possono contenere parole in dialetto o in forma dialettale barese: NIENTE PAURA... alla pagina 777 ci sono i sottotitoli... (*◕‿◕*)
La storie che leggerete sono liberamente e parzialmente ispirate a fatti realmente accaduti.
I riferimenti a personaggi, i singoli eventi narrati, i nomi, i dialoghi e i luoghi possono essere frutto della mia fantasia e di esigenze e finalità artistico/narrative.

venerdì 25 novembre 2011

ESTOTE PARATI


siate preparati
(Uno scampato pericolo “scolastico”)
 
La locuzione latina contenuta nel Vangelo secondo Matteo e che ha fatto la fortuna di quel Robert Baden Powell (fondatore degli Scout), nel mio caso, ha funzionato parzialmente...

Sì perché, col senno di poi, avrei voluto frequentare l'Università, mentre, invece, a 19 anni, la "capa era ancora alla sciocue”.[1] (oddio... non che adesso sia diverso)...

Però quando si è trattato di studiare alla scuola elementare... beh... lì ero imbattibile...

Infatti da bambino frequentavo l'Istituto "Primavera", una vecchia scuola privata (che non esiste più) che si trovava in viale della Costituente (a Bari) e che faceva capo all'Istituto "Carlo del Prete", in Corso Benedetto Croce (nei pressi della Chiesa Russa)...

Ero bello da bambino... elegantissimo con il grembiule blu, il colletto bianco, lo scudetto (recante i numeri romani) sul petto, che indicava la classe di frequenza ed, infine, il tocco finale...
una sgargiante coccardina tricolore a mo’ di cravatta...

L'istituto era retto da una Direttrice, la Signorina MARIA, che secondo me era una diretta discendente del Fuhrer Adolf Hitler... proverbiali le sue camminate solitarie lungo i corridoi della scuola con la bacchetta in mano... mitici i suoi sguardi che ti facevano letteralmente tremare le gambe, quando la salutavi...

Ma soprattutto la Signorina MARIA era temutissima da tutti noi scolari, perché al mattino, prima dell'ingresso nelle classi, faceva, ALL’ANFAMA[2], una breve interrogazione...

E se il malcapitato non rispondeva alle sue domandine, arrivavano certi SINENNON[3] che andavano a colorare il viso candido del pargoletto (oggi s’invocherebbe il TELEFONO AZZURRO)...

Onestamente devo dire che nel corso della mia quinquennale permanenza in quella scuola, la mia buona dose di BEFFETTUNE[4], l'ho portata a casa...

La Direttrice interrogava esclusivamente sulla grammatica (in particolare la coniugazione dei verbi) e sulle tabelline...
Ma non solo (ed ecco il vero dramma...)

Lei era un'intima amica di uno zio di mia madre, tale zio AUGUSTO, un tranquillo ed anonimo impiegato dell'INPS, con il quale, però, aveva ordito un tranello nei miei confronti...

Ebbene, fingendo, che zio Augusto fosse un ispettore di un fantomatico Ente per la Protezione della Cultura Italiana, aveva escogitato che tutti quelli che avessero risposto male alle sue domande (o proprio non risposto), sarebbero finiti... IN COLLEGIO...

Madò[5]... la paura di finire in collegio non mi faceva dormire la notte...
A complicare ulteriormente le cose c'era che lo zio Augusto era un collega di lavoro del marito della Signora BENOCCHIA[6] del terzo piano...

Già m’immaginavo in collegio, col pigiama numerato a righe, in compagnia di BELFAGOR[7] (perché secondo me, ci sarebbe finita pure lei)... triste, solo e rassegnato...

Ma allora un giorno ebbi un moto di stizza e promisi a me stesso che non ci sarei finito in collegio...
Iniziai a studiare come un matto... la domenica mattina avevo persino sospeso le mie radiocronache calcistiche alle 6.00 del mattino (con mia madre che mi diceva:<<VITOOOO... DORMI CHE E' PRESTO ANCORA>>)...

Studiavo così tanto che, secondo me, meritavo il Premio NOBEL, per l'impegno che ci mettevo...

Mia madre poi, d'accordo con tutti (e quindi anche con la signora benocchia) mi diceva che sarebbe andata al mercato per vedere di comprare della biancheria che avesse come etichetta, le mie iniziali...

Perché aveva saputo, dal collegio, che si doveva obbligatoriamente indossare biancheria "firmata"...

Però... come tutte le favole... anche questa ha il suo lieto fine...
il nostro eroe non è finito in collegio ed ha persino imparato a memoria tutte le tabelline e la coniugazione dei verbi...

Quando arrivò il giorno dell'interrogazione, risposi sicuro a tutte le domande e, alla fine, per festeggiare, tornai a casa e andai a comprare 500 lire di focaccia dal Panificio CARELLI[8]... tutta per me...

ALLA FACCIA DELLO ZIO AUGUSTO, DEL SUO COLLEGA (nonché marito della benocchia) E DI Belfagor, che, secondo me, già pregustava il momento di rimanere sola con me in collegio...

 



[1] Pensiero costante all’attività ludica
[2] A campione
[3] Ceffoni che lasciavano il segno delle cinque dita
[4] Termine tipicamente barese sinonimo di SINENNON
[5] Tipica esclamazione barese
[6] Nostra vicina di condominio, che indossava un vistoso paio d’occhiali, già presente nella storiella del GELATO AL LIMONE...
[7] Figlia bruttissima somigliante in modo impressionante al personaggio del Louvre (Vedi GELATO AL LIMONE...)
[8] Antico forno presente in via G. Petroni a Bari

2 commenti:

  1. aahhahahah vito mi è piaciuto quel 500 lire di focaccia "tutta per me"
    di solito erano 500 diviso 4 :D ahahahhah
    mannaggia alle mamme e al terrorismo psicologico :D

    onofrio

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  2. continua a seguirmi poiché queste sono storielle "di riscaldamento"...
    vedrai quali altre avventure mi aspettano...

    Un abbraccio

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