siate preparati
(Uno scampato pericolo “scolastico”)
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La locuzione latina contenuta nel Vangelo
secondo Matteo e che ha fatto la fortuna di quel Robert Baden Powell (fondatore
degli Scout), nel mio caso, ha funzionato parzialmente...
Sì perché, col senno di poi, avrei voluto
frequentare l'Università, mentre, invece, a 19 anni, la "capa
era ancora alla sciocue”.[1] (oddio... non che adesso sia diverso)...
Però quando si è trattato di studiare alla
scuola elementare... beh... lì ero imbattibile...

Ero bello da bambino... elegantissimo con il
grembiule blu, il colletto bianco, lo scudetto (recante i numeri romani) sul
petto, che indicava la classe di frequenza ed, infine, il tocco finale...
una sgargiante coccardina tricolore a mo’ di
cravatta...
L'istituto era retto da una Direttrice, la Signorina MARIA, che secondo me era una
diretta discendente del Fuhrer Adolf Hitler... proverbiali
le sue camminate solitarie lungo i corridoi della scuola con la bacchetta in
mano... mitici i suoi sguardi che ti facevano letteralmente tremare le gambe,
quando la salutavi...
Ma soprattutto la Signorina MARIA era
temutissima da tutti noi scolari, perché al mattino, prima dell'ingresso nelle
classi, faceva, ALL’ANFAMA[2], una breve
interrogazione...
E se il malcapitato non rispondeva alle sue
domandine, arrivavano certi SINENNON[3] che
andavano a colorare il viso candido del pargoletto (oggi s’invocherebbe il TELEFONO
AZZURRO)...
Onestamente devo dire che nel corso della mia
quinquennale permanenza in quella scuola, la mia buona dose di BEFFETTUNE[4],
l'ho portata a casa...
La Direttrice interrogava esclusivamente sulla
grammatica (in particolare la coniugazione dei verbi) e sulle tabelline...
Ma non solo (ed ecco il vero dramma...)
Lei era un'intima amica di uno zio di mia
madre, tale zio AUGUSTO, un
tranquillo ed anonimo impiegato dell'INPS, con il quale, però, aveva ordito un
tranello nei miei confronti...
Ebbene, fingendo, che zio Augusto fosse un
ispettore di un fantomatico Ente per la Protezione della Cultura Italiana,
aveva escogitato che tutti quelli che avessero risposto male alle sue domande (o proprio non risposto), sarebbero
finiti... IN COLLEGIO...
Madò[5]... la
paura di finire in collegio non mi faceva dormire la notte...
A complicare ulteriormente le cose c'era che
lo zio Augusto era un collega di lavoro del marito della Signora BENOCCHIA[6] del terzo piano...
Già m’immaginavo in collegio, col pigiama numerato
a righe, in compagnia di BELFAGOR[7]
(perché secondo me, ci sarebbe finita
pure lei)... triste, solo e rassegnato...
Ma allora un giorno ebbi un moto di stizza e
promisi a me stesso che non ci sarei finito in collegio...
Iniziai a studiare come un matto... la
domenica mattina avevo persino sospeso le mie radiocronache calcistiche alle
6.00 del mattino (con mia madre che mi
diceva:<<VITOOOO... DORMI CHE E' PRESTO ANCORA>>)...
Studiavo così tanto che, secondo me, meritavo
il Premio NOBEL, per l'impegno che ci
mettevo...
Mia madre poi, d'accordo con tutti (e quindi anche con la signora benocchia) mi diceva che sarebbe andata al mercato per vedere di comprare della biancheria che avesse come etichetta, le mie iniziali...
Mia madre poi, d'accordo con tutti (e quindi anche con la signora benocchia) mi diceva che sarebbe andata al mercato per vedere di comprare della biancheria che avesse come etichetta, le mie iniziali...
Perché aveva saputo, dal collegio, che si doveva obbligatoriamente indossare biancheria "firmata"...
Però... come tutte le favole... anche questa ha il suo lieto fine...
il nostro
eroe non è finito in collegio ed ha persino imparato a memoria tutte
le tabelline e la coniugazione dei verbi...
Quando arrivò il giorno dell'interrogazione,
risposi sicuro a tutte le domande e, alla fine, per festeggiare, tornai a casa
e andai a comprare 500 lire di
focaccia dal Panificio CARELLI[8]...
tutta per me...
ALLA
FACCIA DELLO ZIO AUGUSTO, DEL SUO COLLEGA (nonché
marito della benocchia) E DI Belfagor, che, secondo me, già pregustava il
momento di rimanere sola con me in collegio...
[1] Pensiero costante all’attività ludica
[2]
A campione
[3]
Ceffoni che lasciavano il segno delle cinque dita
[4]
Termine tipicamente barese sinonimo di SINENNON
[5]
Tipica esclamazione barese
[6]
Nostra vicina di condominio, che indossava un vistoso paio d’occhiali, già presente nella storiella del GELATO AL LIMONE...
[7]
Figlia bruttissima somigliante in modo impressionante al personaggio del Louvre (Vedi GELATO AL LIMONE...)
[8]
Antico forno presente in via G. Petroni a Bari
aahhahahah vito mi è piaciuto quel 500 lire di focaccia "tutta per me"
RispondiEliminadi solito erano 500 diviso 4 :D ahahahhah
mannaggia alle mamme e al terrorismo psicologico :D
onofrio
continua a seguirmi poiché queste sono storielle "di riscaldamento"...
RispondiEliminavedrai quali altre avventure mi aspettano...
Un abbraccio