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N.B.: i miei racconti possono contenere parole in dialetto o in forma dialettale barese: NIENTE PAURA... alla pagina 777 ci sono i sottotitoli... (*◕‿◕*)
La storie che leggerete sono liberamente e parzialmente ispirate a fatti realmente accaduti.
I riferimenti a personaggi, i singoli eventi narrati, i nomi, i dialoghi e i luoghi possono essere frutto della mia fantasia e di esigenze e finalità artistico/narrative.

giovedì 24 novembre 2011

L'ULTIMO TRAGUARDO


(Storia di una “strana” competizione…)


Entrando in un negozio di articoli sportivi per l’acquisto di una tuta e delle scarpe da ginnastica, si ha solo l'imbarazzo della scelta: infatti, fra Nike, Adidas, Lotto e così via, è possibile acquistare dei veri capi di alta moda...

Ai tempi in cui ero un fulgido giovinetto, esisteva soltanto la classica e sempre amata tuta blu con le righe bianche sulle braccia... Ve la ricordate?

Quella, insieme alle scarpe della Canguro, era la mia divisa domenicale...
Sia se restavo sotto casa, con i miei amichetti a disputare interminabili partite di calcio e sia quando i miei genitori decidevano di uscire per una passeggiata di svago...

Molto spesso, però, la passeggiata domenicale, finiva con l'essere una gita a Bitonto (BA), per una visita al Santuario dei SS. Medici, di cui i miei genitori sono devoti.

Per la verità anche a me piaceva andare, perché oltre al fatto che si poteva correre e giocare sul cortile esterno della Basilica, era presente (e forse lo è ancora oggi), su un lato della chiesa, una splendida pasticceria che aveva, nelle sue vetrine, un'esposizione di dolci che mi lasciava letteralmente incantato...

Un bel giorno, quindi, sapendo di dover andare a Bitonto, corsi a infilarmi la mia comoda e inseparabile tuta ginnica, con annesse scarpe e con il mio inseparabile pallone "Super Santos"...
Ero pronto a trascorrere ore di assoluta allegria e spensieratezza...

In macchina, fantasticavo sui dribbling che avrei effettuato e sul numero dei gol realizzati...

Arrivati a Bitonto, però, successe qualcosa che mi lasciò letteralmente sorpreso, tanto che ancora oggi, ricordando l'episodio, non riesco a capacitarmi di come poté accadere...

Ebbene, lungo la strada che porta al Santuario, stranamente c'era un traffico letteralmente impazzito...
Le macchine erano tutte incolonnate e alcune, senza capire cosa stesse accadendo, strombazzavano fino all'inverosimile.

Mio padre, quindi, per non essere da meno degli altri, iniziò a dare di clacson sul volante della sua Mini Minor color caffellatte (con tettuccio nero), sperando che, con il suo contributo, il traffico potesse immediatamente sciogliersi come neve al sole...

Eppure noi ci trovavamo posti all'incrocio con tre strade: una centrale dalla quale si scorgeva la chiesa e due laterali, piuttosto larghe ma piene di gente...

Ma ad attirare la mia attenzione non era il traffico sempre più assordante...
Non era la canzone degli ALUNNI DEL SOLE Liù (vedi Youtube) che imperversava nella nostra auto...
non erano nemmeno le persone presenti sui balconi di quella strada, in numero veramente considerevole...

La mia attenzione fu catturata da uno striscione che leggevo, in lontananza, nei pressi della Basilica, sul quale campeggiava la scritta:<<TRAGUARDO>>.

Ma non solo...
Improvvisamente e sempre più insistentemente, sentivo avvicinarsi una sinistra musica da una delle due strade laterali...

Era la banda di un corteo funebre che accompagnava, con le sue note, l'ultimo viaggio del malcapitato verso la chiesa...

Dall'altra strada, con mio sommo stupore, si scorgeva un altro corteo funebre che avanzava, sempre in direzione (secondo me) della stessa chiesa...
Incredulo e senza dire nulla ai miei, aprii lo sportello della Mini Minor, saltai fuori dall'abitacolo e...

INIZIAI A GRIDARE COME UN MATTO, INCITANDO I DUE CORTEI AD ACCELLERARE I PROPRI PASSI E DANDO VITA (?) AD UNA RADIOCRONACA CHE (secondo le mie intenzioni) AVREBBE CONDOTTO UNO DEI DUE A TAGLIARE PER PRIMO IL TRAGUARDO, posto grottescamente a pochi metri dal piazzale della Basilica...

Mia madre, per la vergogna, si rifugiò in auto, ma fece in tempo a vedere che la gente sui balconi aveva smesso di guardare i cortei per seguire le mie gesta di radiocronista...

I bambini presenti sui balconi iniziarono ad applaudirmi, mentre uno di essi si beccò NU REDUINE[1] dal padre...

Mio padre riuscì a mettermi una mano alla bocca, a catturarmi e a infilarmi di corsa in macchina...
Salito anch'egli, trovò il modo (non so come) per fare inversione di marcia e (in controsenso) guadagnare, prima possibile, la strada del ritorno...

In quel momento ebbi un barlume di paura e pensai:<<MO' ME LA DEVONO FARE UNA CARICATA!>>.

Usciti dal paese, però, io e mio padre (mio fratello non era ancora nato), scoppiammo a ridere, mentre mia madre, in maniera finto-severa, mi rimproverava, dicendomi che quello era un momento serio...

Alla mia risposta (<<SI, PERO' NON CE L'HO MESSO IO IL TRAGUARDO... >>), cedette a un timido sorrisino che, per me, voleva dire che non era arrabbiata...

Meno male… caricata scansata… TUTTO E' BENE QUEL CHE FINISCE BENE...




[1] Sonoro sganassone

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