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N.B.: i miei racconti possono contenere parole in dialetto o in forma dialettale barese: NIENTE PAURA... alla pagina 777 ci sono i sottotitoli... (*◕‿◕*)
La storie che leggerete sono liberamente e parzialmente ispirate a fatti realmente accaduti.
I riferimenti a personaggi, i singoli eventi narrati, i nomi, i dialoghi e i luoghi possono essere frutto della mia fantasia e di esigenze e finalità artistico/narrative.

lunedì 26 dicembre 2011

NATALE IN BIANCO

(Paese che vai, usanze che trovi…)

Natale, tempo di riflessioni, di riunioni familiari, ma anche di bilanci, regali per grandi e piccini e soprattutto di mega pranzi e cenoni (sicuramente questo avviene nelle famiglie del centro-sud)…

Il bello è che è tutto uguale: alla TV, a ogni ora e su ogni canale fanno vedere gli auguri del Papa in 65 lingue diverse, oppure come hanno passato il Natale in Australia, Messico, a New York, a Parigi…

Anche da noi, alla fine, queste feste sono un po’ tutte uguali: la sera del 24 si cena (ovunque regna sovrano il capitone), si chiacchiera, si gioca, si aspetta la mezzanotte con la rievocazione della nascita del Bambinello…

Il giorno dopo, il tradizionale scambio di auguri con parenti e amici e poi via… di nuovo tutti a mangiare…

Ci avete fatto caso? Non c’è una trasmissione televisiva che non ci propina la sua esclusiva ricetta natalizia…
Anche se, da noi… non si scappa… c’è il brodo (con le sue varianti: di pollo, tacchino, vegetale, ecc.)

E questa tradizione, che io ricordi, la riviviamo da quando ero bambino e viveva ancora NONONNE (la mia bisnonna materna): lei sosteneva che la Madonna aveva partorito e quindi, era d’uopo mangiare il brodo…

Probabilmente NONONNE aveva ereditato questa convinzione da sua madre, sua nonna, ecc... fino alla notte dei tempi.
Naturalmente mia nonna materna prima e adesso mia madre, continuano imperterrite, a seguire questo “dettame”.

Veramente, a me non dispiace: la sera del 24, effettivamente, un po’ si eccede con antipasti (rigorosamente frutti di mare crudi, come da consuetudine barese), il primo a base di pesce, poi anguille o capitone, baccalà e tante altre prelibatezze…

Una volta però accadde che…

Avevo conosciuto da poco tempo la mia fidanzata (che diversi anni dopo sarebbe diventata mia moglie) e le avevo detto che il giorno di Santo Stefano, la mia famiglia era stata invitata a partecipare a una festa di anniversario di nozze (25 anni) di un nostro parente.

La cosa mi seccava non poco, poiché il luogo del ricevimento era molto distante e non avrei potuto vederla. Cosicché lei m’invitò timidamente a trascorrere la giornata del 26 a casa sua, a pranzo: per me sarebbe stata la prima volta che, ufficialmente, pranzavo con la sua famiglia.

Veramente anche i miei genitori erano poco propensi a partecipare, ma si sa che le pubbliche relazioni familiari hanno un certo peso…

Arrivò quel giorno e, purtroppo, mia madre fu vittima di un violento attacco febbrile con tonsillite acuta e non poté prendere parte alla festa: quindi ci andarono soltanto mio padre e mio fratello (che opportunamente pensarono di andarci, in modo da non saltare il pranzo…)

Quella mattina, quindi, mi preparai a dovere: doccia, barba, shampoo, indossai un abito elegantissimo e portai persino la mia macchina da un autolavaggio, per fare più bella figura…

Non avevo chiesto alla mia fidanzata, notizie del menù e neppure lei mi aveva parlato delle loro abitudini alimentari del giorno 26: arrivato a casa sua, scoprii con enorme dispiacere che, a casa sua, ad Adelfia  il 26 dicembre si mangiava brodo di tacchino (ma non so se era abitudine del paese intero o solo della sua famiglia)…

Pertanto il giorno prima BRODO VEGETALE e l’indomani dopo BRODO DI TACCHINO…

CONCLUSIONE

Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi: oppure trascorrete il Natale con chi vi pare ma informatevi prima del menù e, soprattutto, passate il 25 e il 26 presso la stessa casa…
Sicuramente non incapperete in brutte sorprese culinarie!

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