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N.B.: i miei racconti possono contenere parole in dialetto o in forma dialettale barese: NIENTE PAURA... alla pagina 777 ci sono i sottotitoli... (*◕‿◕*)
La storie che leggerete sono liberamente e parzialmente ispirate a fatti realmente accaduti.
I riferimenti a personaggi, i singoli eventi narrati, i nomi, i dialoghi e i luoghi possono essere frutto della mia fantasia e di esigenze e finalità artistico/narrative.

lunedì 26 dicembre 2011

VOTAZIONI PORTA A PORTA

Storia di un venditore porta a porta che sogna un futuro politico…

Quella sera era rientrato a casa più stanco del solito, ma senza aver raggiunto l’obiettivo che il suo capo gli aveva prefissato all’inizio del mese: NINO era un venditore di scope elettriche porta a porta, particolarmente capace ma sfortunato.

Era da molto tempo che non riusciva a vendere nemmeno uno di quegli aggeggi infernali: forse perché negli ultimi tempi, aveva sempre la testa altrove e, soprattutto, si faceva sempre più forte il desiderio di provarci…

Non si perdeva un TG o le varie trasmissioni di approfondimento, nelle quali si fosse parlato di politica: era quella la sua vera passione e da qualche tempo si era pure iscritto a uno di quei circoli culturali che fanno da serbatoio ai partiti, a quelli che contano, nelle alte sfere del Parlamento, la meta dove lui, fin da ragazzino, sognava di arrivare.

Il Governo arrancava e non passava giorno che non chiedesse la fiducia ai due rami delle Camere, su qualsiasi proposta. I giornali remavano contro e chiedevano a gran voce, al Capo dello Stato, che sciogliesse il Parlamento e desse voce ai cittadini.

Anche Nino, naturalmente, era pronto a tornare alle urne, sia come elettore sia, eventualmente, da candidato, qualora il Partito glielo avesse chiesto.

C’era un’altra ragione che spingeva Nino a tentare la strada politica: il suo vicino di casa e acerrimo nemico (solo perché vicino di casa, appunto) era l’On. MORTELLA, titolare di un’avviata agenzia di onoranze funebri e suo primo datore di lavoro.

Mortella era iscritto al principale partito di opposizione ed era un personaggio molto chiacchierato in paese: si diceva che era d’accordo con le tipografie della zona, affinché queste boicottassero i suoi avversari.

Pure gli amici di Nino lo prendevano spesso in giro, per la sua passione: <<MA COSA PENSI DI FARE? DOVE CREDI DI ANDARE CON QUEL NOME Li’?>>

Eppure Nino era convinto che, in caso di elezioni, sarebbe stato eletto, anche perché, da un sondaggio che aveva condotto personalmente, aveva scoperto che nessuno in Parlamento portava il suo nome: egli, infatti, si chiamava GIOACCHINO. Ed era convinto che la gente avrebbe ricordato facilmente il suo nome e il suo cognome (CARBONARA), al momento della votazione.

Suo padre gli aveva messo quel nome in omaggio a Gioacchino Murat, che tanto aveva fatto per quel piccolo paese e per tutta l’Italia meridionale…

Quella sera, quindi, Nino era naturalmente davanti alla TV, quando il TG comunicò la notizia che il Governo, battuto a Montecitorio, aveva dato le dimissioni: il Presidente del Consiglio era salito, dunque, al Quirinale e il Presidente della Repubblica aveva emesso un provvedimento di scioglimento anticipato delle Camere.  
SI ANDAVA A VOTARE

Dieci minuti dopo quella notizia, il cellulare di Nino cominciò a squillare all’impazzata: dalla sede del Partito avevano deciso di puntare su di lui e il Segretario in persona, lo chiamava per chiedergli di dimostrare la sua passione politica. Nino era pronto…

Seguirono giorni e giorni di riunioni in sede, incontri con i personaggi in vista del paese e un continuo e polemico botta e risposta con l’On. Mortella, che aveva saputo che “un suo ex dipendente aveva osato sfidarlo”…

La città fu immediatamente tappezzata da manifesti di Mortella in tutte le pose e con gli slogan più disparati. Nino, invece, dando fondo a tutti i risparmi di suo nonno (che credeva in lui ed era l’unico che ascoltava i suoi comizi e lo sosteneva), era riuscito a stampare un po' di volantini formato A4 e creati al computer, sui quali c’erano una sua piccola foto con la classica posa del pollice alzato e la scritta: <<VOTA E FAI VOTARE GIOACCHINO CARBONARA>>.

La battaglia elettorale si svolgeva quindi in ogni luogo: al bar del paese, dal barbiere, al supermercato e persino, al cimitero. Già, Mortella era tutti i giorni lì (per lavoro) e affidava “santini” elettorali a tutti quelli che oltrepassavano i cancelli del camposanto.

Non solo: ogni giorno Mortella rientrava a casa e faceva eseguire, dal suo staff, il conteggio dei santini consegnati e aggiornando così, il suo personale sondaggio pre-elettorale…

Arrivò il venerdì che precedeva il giorno delle votazioni e nella piazza del paese fu organizzato un faccia a faccia pubblico fra i due candidati: Mortella arrivò con il suo Jaguar nero, Nino invece con la sua rossa Escort (Ford) del ’75…

Il dibattito si svolse senza esclusioni di colpi e Mortella pareva sicuro di aver conquistato l’intero paese e confermato il suo scranno a Montecitorio.

Nino andò a dormire stanchissimo e sognò di essere eletto, di partecipare a PORTA A PORTA con Bruno Vespa (il suo desiderio più grande) e di diventare Ministro degli Esteri. In quella maniera avrebbe potuto rivedere una sua vecchia fiamma torinese che aveva, a sua volta, inseguito e raggiunto un sogno, ossia quello di andare a vivere in un lussuoso appartamento di Parigi…

La domenica successiva, la gente andò compatta a votare e alla fine il risultato fu clamoroso: Mortella= 9 voti – Carbonara= 4538 voti… ELETTO DEPUTATO ALLA CAMERA...

Giunsero le varie televisioni per le interviste di rito e Mortella dovette ammettere la sconfitta.
L’On. Gioacchino Carbonara si presentò davanti alle telecamere per rilasciare la seguente dichiarazione: <<Quando andrà in onda questa trasmissione e, soprattutto, quando potrò andare ospite da Bruno Vespa?>>.

CONCLUSIONE

Carbonara fu nominato Ministro degli Esteri (in virtù della buona conoscenza delle lingue inglese, spagnola e tedesca: per il francese poteva contare sulla sua ex fiamma, diventata nel frattempo, moglie di un importante politico parigino) e l’Italia, grazie anche alla sua smisurata passione politica, poté finalmente riprendere il cammino fra i Grandi Paesi della terra, sia dal punto di vista economico e sia da quello rappresentativo.

Memorabile il suo primo discorso al Palazzo di Vetro, quando prese la parola per condannare l’ennesimo broglio elettorale avvenuto in uno dei tanti paesi dell’estremo Oriente, dove ancora oggi ci sono forme dittatoriali che privano qualsiasi forma di libertà…

Quel discorso, della durata di mezz’ora, strappò così tanti applausi e consensi che, qualche mese dopo, gli valse addirittura il Premio Nobel per la Pace

E fu così, che quell’abile ma sfortunato venditore di scope elettriche porta a porta, divenne uno dei più apprezzati statisti europei per molti decenni…

TO BE CONTINUED?

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