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N.B.: i miei racconti possono contenere parole in dialetto o in forma dialettale barese: NIENTE PAURA... alla pagina 777 ci sono i sottotitoli... (*◕‿◕*)
La storie che leggerete sono liberamente e parzialmente ispirate a fatti realmente accaduti.
I riferimenti a personaggi, i singoli eventi narrati, i nomi, i dialoghi e i luoghi possono essere frutto della mia fantasia e di esigenze e finalità artistico/narrative.

sabato 25 febbraio 2012

LA PROCESSIONE

(6° e ultimo episodio della fiction UN AMORE GRANDE COSI')


Giunti nei pressi di 'Nderre a la Lanze, Alfonso, seguendo le direttive, inchiodò la 128 spider carta da zucchero metallizzato, nei pressi del mercatino ittico.

Appena Nannina scese dalla macchina, il mercato si fermò di colpo... tutti gli operatori, i loro clienti e tutti gli stangachiazz[1] presenti nel luogo, si azzittirono all'istante... si sentiva solo un brusìo e una serie di fischi di approvazione.

Nannina comprese subito:
<<mmm qui l'aria è amara... meglio che vado a trovare all’amico mio Gigino Gagang[2].>>
Gigino Gagang, vedendola arrivare, cacciò via tutte le altre clienti e stese velocemente il tappeto rosso di benvenuto.

Vituccio, ripresosi dallo choc della festa a sorpresa, aveva ripreso la sua vita normale. Era intento a vendere le olive in calce sulla piazza del castello, accanto all'Arco Basso.

All'improvviso vide spuntare all'orizzonte la macchina della sua bella, con la canzone di Drupi, PICCOLA E FRAGILE, sparata a tutto volume, capì...

Diede un calcio alla vecchietta schignata[3] che stava comprando le olive e si diresse immediatamente nel sottano di Cecilia, la Regina delle orecchiette, che abitava lì vicino...
Cecilia immediatamente impartì alle sue scagnozze l'ordine di preparare il comitato di benvenuto per Nannina.

Nannina scese dalla macchina, mentre Alfonso cominciò a bestemmiare in tutte le lingue del mondo poiché non riusciva a trovare parcheggio. Dopo diverse ore, dovette parcheggiarla, con le ruote sul marciapiede, accanto al ristorante Il Pescatore[4], sulla zona di fronte al castello, chiamata da tutti LA BANCHINA.

Questa volta era Vituccio a essere tremolante...
Nannina, con le buste del crudo in mano, non si accorse di un colombo scacazzatore che le passò in quel momento sopra la testa e fu colpita in pieno capo, macchiandole anche il vestito di pelle:
<<E che cosa! che razza di accoglienza... mò che deve dire Porzia... i capelli stanno tutti sporchi.>>

Vituccio, sinceramente dispiaciuto si voltò verso Cecilia, la quale, imperturbabile nel suo abito nero con tuppo[5] bianco, ordinò alla sua fedele Marietta:
<<Ehi a te, prendi il mantello e il fazzoletto nero che mettiamo alla Madonna... FUSCE.>>

E così Nannina riuscì a rimediare. E mentre correva dal suo amato, non si accorse di una chianca[6] sconnessa e inciampò, procurandosi una storta alla caviglia... non era più in condizioni di camminare.

Vituccio era nel panico più totale, ma fortunatamente aveva Cecilia dalla sua parte: immediatamente la Regina delle Orecchiette fece un fischio e suo nipote Gaetano detto Nino, intervenne con altri tre baldi giovani.

Nino aveva acquistato dal Mercato dei polacchi[7] la lettiga papale utilizzata da Pio XII e che Papa Giovanni Paolo II, aveva regalato ai suoi fedeli concittadini, per fare spazio nel garage del Vaticano...

Nannina fu fatta salire sulla lettiga e portata in spalla dai quattro. <<VAI NINO>> fu l'ordine che Cecilia impartì.
Vituccio si mise davanti ai quattro, con l'intenzione di fare da Cicerone a Nannina e farle visitare la città vecchia.

Il corteo incrociò il Vescovo, il quale vedendo la scena, tirò fuori l'ultima edizione della Bibbia, alla ricerca di quale Santo fosse, nell'incertezza, cominciò a recitare il Rosario, mettendosi accanto a Vituccio.
Tutte le bizzoche[8] si misero in processione ai lati della poltrona.

Nannina sembrava veramente una Madonna, anche perché una signora le aveva regalato una frontiera luminosa di quelle che si usano ai concerti, per mantenere fermi i capelli...

Il Sindaco, che stava finendo di pagare la banda Musicale di Sannicandro, appena si accorse di questa processione intimò: <<FERMI TUTTI... dovete suonare dietro a questa Madonna... che sennò non vi pago.>>

La banda immediatamente preso posto dietro la folla, intonò la marcia di Radetzky.
La gente, che si domandava quale Madonna fosse, espose ai balconi le coperte e le lenzuola, in segno di rispetto alla processione... tutti quanti si facevano il segno della croce.

Appena la Processione passò davanti al sottano di Vituccio, Nannina intuì dall'odore del ragù, che quella signora sull'uscio era Pasquina, la vicina di casa e le consegnò le buste della spesa:
<<NE'[9]... questi mettili nel sugo... che mò veniamo... finiamo il giro, ti facciamo uno squillo e tu butti la pasta.>>

Dopo ben sette ore il corteo finì il suo percorso, nella piazza della Basilica di San Nicola e tutti presero la via del ritorno.
A casa di Vituccio il ragù la fece da padrone insieme alle immancabili casse della birra.

La tavolata raggiunse il ragguardevole numero di 158 persone... a capo tavola il Vescovo, dall'altra parte il Sindaco (ovviamente)... al centro, loro... i due “colombi” (non scacazzatori) che brindavano con i boccali della birra Peroni che Vituccio aveva frecato[10] alla Fiera del Levante e con i cori di hurrà degli invitati. Il pranzo durò diciotto ore e alla fine tutti gli invitati ebbero la bomboniera con la foto ricordo scattata da Luca Turi[11].

La Gazzetta del Mezzogiorno e tutti i telegiornali locali e nazionali fecero un'edizione straordinaria per raccontare tutti i particolari di questa stupenda giornata.


[1] Nullafacenti
[2] Commerciante di una prestigiosa pescheria in via Napoli
[3] Senza denti
[4] Arcinoto ristorante tipico della cucina barese dove è possibile mangiare dell’ottimo e sempre fresco pesce.
[5] Acconciatura tipica delle donne meridionali di un tempo: in francese= chignon
[6] Selciato tipico dei centri storici
[7] Mercatino multietnico dell’antiquariato che oggi si tiene nei pressi dello stadio San Nicola.
[8] Vecchiette devote
[9] Tieni (afferra)
[10] Rubato
[11] Celeberrimo fotoreporter barese

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