(5° episodio della fiction UN AMORE GRANDE COSI')
Quando Vituccio tornò nei pressi della città vecchia,
ebbe la sensazione di trovarsi in un posto nuovo, profumato, pieno di vita...
era arrivato al Molo S. Antonio, nel momento dello scarico del pesce.
Suo zio NICOLA,
appena si accorse di lui lo salutò affettuosamente:
<<Meh,
vedi che lasci tutto e vieni a scaricare le cassette dei merluzzi e delle
triglie... MUVT![1]>>
E lui replicò:
Suo cugino FILIPPO,
da sempre invidioso di lui e con un complesso d’inferiorità nei suoi confronti,
estrasse dalla sua macchina, la A112
Abarth rossa con cofano nero, un paio di bermuda verde militare, una
canottiera del Dottor Gibaud e un paio di ciabatte di tavola e gentilmente
gliele porse, sghignazzando:
Vituccio, imprecando sottovoce, si cambiò e iniziò
pazientemente la sua opera.
Il Sindaco di
Bari aspettava impaziente nel suo studio, di sapere se Vituccio fosse
tornato, perché gli aveva organizzato una festa a sorpresa, nella città
vecchia...
Anche il Priore
della Basilica di San Nicola camminava nervosamente per tutta la navata centrale
della chiesa.
A un certo punto, la vibrazione del cellulare fece
scuotere il prelato...
Era il Sindaco che lo informava dell'avvenuto "sbarco" del nostro eroe.
Immediatamente il sacerdote informò il Vescovo che ordinò a tutti i parroci
della città vecchia di tenersi pronti per suonare le campane a festa.
Il Sindaco ricevette anche una delegazione del Comitato Feste Patronali e s’informò
personalmente che la Banda Musicale di
Sannicandro avesse trovato alloggio all'Hotel Palace.
Anche la ditta FANIUOLO[4]
aveva terminato in tempo l'installazione delle luminarie in piazza
Mercantile...
L'unico che ancora faceva rimanere tutti con il fiato
sospeso era il marmista Arcangelo
CUCUMAZZO[5],
che non aveva ancora finito la sua opera...
Una pattuglia di vigili urbani motociclisti sostava
accanto alla sua officina, pronta a scortarlo e a farsi largo per le strade del
centro, a sirene spiegate.
Vituccio che aveva preso il ritmo del lavoro grazie
anche a Julio Iglesias che cantava SE MI LASCI NON VALE (sparato a tutto
volume da MOHAMED, un marocchino che
vendeva i cd a contrabbando), fu avvertito da un ragazzino di tornare
immediatamente a casa sua... (faceva
parte del piano del Sindaco).
Immediatamente Vituccio scaraventò l'ultima cassetta
di cozze pelose e cominciò a correre frettolosamente verso casa. Il ragazzino
gli disse:
<<OOOOOOHHHHH...
aspetta... non andare da sotto
all'arco di San Nicola... vai da sopra
alla Muraglia... che sta una sorpresa per te.>>
Vituccio si voltò incuriosito, ma senza riflettere
decise di ascoltare il suggerimento del ragazzo. Appena arrivato in piazza
Mercantile, trovò GIOVANNI detto Giuanne
u gress[6],
che lo bloccò per un attimo, chiedendogli tre numeri da giocare sulla ruota di
Bari.
Vituccio era noto a tutti per il fatto di dare i
numeri... solo che lui non li giocava mai e gli altri vincevano.
Finalmente liberatosi di Giuanne, giunse in piazza Mercantile e rimase a bocca aperta...
Vide il suo vecchio amico ROCCO che aveva una banda bassa (musicale) che iniziò a suonare il
flauto, seguito dal suo gruppo con i tamburi... Immediatamente PIRIPICCHIO iniziò il suo show, le
ballerine del Moulin Rouge iniziarono a ballare il can can e dai balconi, la
gente tirava di continuo i coriandoli.
La banda di Sannicandro aspettò che la Banda di Rocco
terminasse il suo brano per intonare la marcia trionfale dell'Aida... il
Sindaco fece cenno a Vituccio di raggiungerlo.
Vituccio, frastornato e circondato da ragazzini
festanti, fu portato quasi di peso, davanti al politico...
I vigili urbani a sirene spiegate fecero ingresso
nella piazza, scortando il treruote
di Cucumazzo.
Vituccio pensò immediatamente al fatto che non aveva
pagato la multa perché era stato sorpreso senza cinture alla guida del suo
APECAR.
Si tranquillizzò vedendo Cucumazzo, suo grande amico...
La banda cessò di suonare e il Sindaco tenne un discorso di circa quattro ore e
mezza...
Nel sonno generale, Vituccio si era appoggiato vicino
alla vetrina di Mc Donald's e gli era venuta una fame pazzesca.
Quando ormai anche lui stava per cedere al sonno, il
Sindaco terminò dicendo:
<<E ORA IL NOSTRO CARO VITUCCIO SCOPRIRA' LA
TARGA IN SUO ONORE.>>
Il nostro eroe, senza capire, fu portato in un angolo
della piazza, nei pressi della colonna infame, e tirò giù una tendina. Tra gli
applausi generali e con il tripudio della folla, Vituccio scoprì una targa
commemorativa, sulla quale era scritto:
Vituccio impiegò tre ore per leggere tutta la targa e
non capì lo stesso, cosa voleva dire...
Il Sindaco allora gli spiegò che aveva saputo della
sua trasferta a Parchitello e, sicuro
della buona riuscita dell'impresa, a nome della città, accoglieva Vituccio, il
quale avrebbe spiegato in un pubblico comizio, in piazza Prefettura, tutti i
particolari della sua storia d'amore con Nannina.
TO BE CONTINUED
TO BE CONTINUED
[1]
Sbrigati
[2]
Vituccio aveva
la tuta acetata rosso fosforescente e le scarpe della Canguro
[3]
Tieni (afferra)
[4]
Apprezzata ditta di luminarie dedicate alle Feste patronali, con sede a
Putignano (BA)
[5]
Noto artigiano barese discendente di un’apprezzata
famiglia di marmisti
[6]
Antico
guardiano dei bagni pubblici di piazza del Ferrarese
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